CINTURA NERA DI "SOSTITUZIONI" Parte 4: L'arma Segreta
- Ruggero Pazzaglia "The Drum Booster"
- 29 set 2015
- Tempo di lettura: 7 min

5 passi fondamentali per effettuare sostituzioni di successo, guadagnare stima nell'ambiente lavorativo ed essere richiamato ancora
Rispetto per la Regina
Ciao collega.
Ben tornato alla terza parte del report "Cintura nera di "Sostituzioni".
Clicca qui se non hai già letto la terza parte del post: "Cintura nera di "Sostituzioni" Parte 3: Pronti, Partenza..." dove ti ho parlato del Sound Check.
Se non hai già letto la parte 2 clicca qui: "Cintura nera di "Sostituzioni" Parte 2: The X File"
Nella prima parte, "Cintura nera di "Sostituzioni" Parte 1:Top Secret Document", ti ho parlato della preparazione del repertorio mediante l'uso delle Charts. Nella seconda della strumentazione da avere sempre con te, nella terza di come affronto il Sound Check che rappresenta la prima fase, molto delicata, del contatto con la band e l'artista, e dove cominci a suonare insieme agli altri colleghi.
Prima di affrontare il discorso della performance live, vorrei parlarti della mia visione dell'aspetto musicale di una sostituzione, che rimane il pilastro fondamentale del nostro lavoro.
Fin qui ti ho parlato di argomenti piuttosto tecnici che riguardano la preparazione dei brani (scrittura delle Chart), quali strumenti uso per affrontare il palco, come condurre un sound check efficace e sul comportamento da tenere in queste situazioni, ma ora voglio focalizzare la tua attenzione sulla parte più importante di tutta l'operazione: la musica. In particolare l'approccio che adotto io nei riguardi delle canzoni che dovrò suonare durante il live.
Cosa potrebbe succedere se...
Quando cominci ad ascoltare il repertorio potrebbe capitarti una di queste tre situazioni:
a) Il repertorio ti piace molto e ti diverte da matti suonarlo.
B) il repertorio è terribile! È una collezione di canzoni che hai sempre evitato perfino di ascoltarle.
C) una parte della scaletta faresti volentieri a meno di suonarla, mentre l'altra metà è ottima
Beh, quello che cerco di fare io è di portare tutto nella prima fascia, cioè sono tutte bellissime canzoni! almeno per me...
Ora ti starai domandando: ma scusami Ruz, come si fa a farsi piacere una o più canzoni che già al primo ascolto avresti schiacciato lo stop?
La mia risposta è questa: se l'artista per cui andrai a suonare live le ha scelte è perché lui ci crede in quei brani. E tu devi suonarli con lo stesso entusiasmo che ha lui, altrimenti se ne accorgerà sicuramente e non verrai più richiamato, perché a nessuno piace condividere il palco con qualcuno a cui non piace quello che sta suonando.
Non ti sto consigliando di fingere che i pezzi ti piacciono, si accorgerebbe anche di questo. Quello che voglio dirti è che dovrai perdere più tempo con quei brani perché devi scoprire qual'è la chiave che renderà interessante e intrigante ogni canzone che reputi"brutta". A volte la ricerca può essere lunga e faticosa, ma con un po' di sforzo ce la farai.
Un piccolo sforzo e..
La chiave sta nel l'ascolto ripetuto e nell'analisi del brano. Suonandoci sopra più volte troverai (devi farlo) quella qualità che te lo renderà interessante. Oppure, cerca di capire che cosa c'è che te lo rende sgradevole e prova cambiare qualcosa nella tua parte. Magari non gira bene perché il groove necessita di qualche piccola modifica, magari la melodia ti sembra banale, oppure il testo ti irrita etc.
Cerca allora di isolare i fattori fastidiosi e ignorali. Trova quelli interessanti, anche fosse uno solo, e concentrati su quello.
Ti sconsiglio, se non ti viene fatta una richiesta specifica, di copiare nota per nota la parte che senti nella registrazione che ti viene fornita.
Facciamo un passo indietro e torniamo a ciò che ti ho detto nella prima parte del post. A quando ti ho detto di farti dare le registrazioni più recenti possibili del live che dovrai affrontare (link pt 1).
Vai su YouTube e cerca altre versioni dei brani, e analizza quale versione potrebbe essere piu interessante. Ovviamente devi fare attenzione che l arrangiamento sia il più simile possibile a quello che dovrai suonare tu, ma soprattutto poni la tua attenzione sul fatto che troverai diversi batteristi che hanno già affrontato il brano.
Questa è la chiave! Nessuno di loro avrà suonato le stesse cose degli altri! È qui che entri in gioco tu! Trova la tua versione del brano. Suona quello che secondo te è necessario per arricchire quella canzone.
La differenza sta nei dettagli e non nel posizionamento delle note.
Mi spiego meglio: potresti riscontrare, per esempio, che l'ostinato di HH potrebbe essere modificato leggermente per tenere insieme in modo migliore il groove, oppure che gli accenti del HH che il tuo gusto musicale ti porta a suonare sono differenti da quelli che senti nelle registrazioni. Potrebbe essere che il posizionamento di qualche apertura di HH da te aggiunta o spostata o modificata nella dinamica, faccia girare meglio il tutto. Magari ti accorgi che modificando leggermente il pattern della cassa il groove giri meglio. Per non parlare dei fills o delle ghost. I dettagli potrebbero essere molti di più di quello che un ascolto superficiale potrebbe suggerirti.
Io sono sicuro che non esiste un unico modo di suonare un brano. Esistono vari modi giusti, tu devi trovare il tuo, facendo però attenzione a non stravolgere troppo quello che l'artista e la band si aspetta di sentire perché abituati al sound del tuo collega titolare. Fai molta attenzione alla prima volta che sostituisci. Usa buon senso per quanto riguarda il fatto che non ti conoscono e soprattutto, non avendo fatto prove con la band, che nessuno conosce la tua interpretazione delle canzoni. Non devi stravolgere tutto altrimenti potresti diventare un elemento di disturbo.
Quindi la prima volta che affronterai un live, stai più aderente possibile all'originale per quello che riguarda le parti fondamentali della canzone, come ad esempio, i patterns dei grooves delle varie sezioni del pezzo, dinamiche e segnali musicali (mi riferisco, per esempio, a certi fill che fungono da segnale per far ripartire un pezzo dopo uno stop. Fai attenzione a ciò che suoni perché non è scontato che se mantieni la lunghezza di questo tipo di fill, ma ne cambi l'esecuzione, tutti rientreranno nel modo giusto, e se qualcosa va storto la colpa ricadrà su di te con le conseguenze che puoi immaginare).
Il mio metodo
Tornando all'inizio del discorso, ora ti illustro il mio metodo.
Dopo aver trascritto la Chart del brano, comincio ad analizzarne la struttura e l'arrangiamento. Pongo particolare attenzione a come si muove la melodia e al suono delle parole. Poi passo all'analisi della linea di basso. Poi comincio a pensare a come posso aiutare, col mio strumento, a sorreggere e a tenere insieme le varie parti del brano. Se dopo questa analisi trovo che il lavoro del mio collega sia fatto bene, e ti assicuro che capita molto spesso, riproduco ciò che lui ha fatto più fedelmente possibile, mentre apporto modifiche (non stravolgimenti) a ciò che secondo me, potrebbe essere suonato meglio.
Per esempio: se i vari grooves che il mio collega ha suonato funzionano bene, non vedo il motivo di cambiarli, lo stesso vale per i fills, che però difficilmente trascrivo. Sicuramente troverò il modo di lavorare sui dettagli di questi elementi che, a mio avviso, personalizzeranno la mia esecuzione. Questo processo avviene nel momento in cui "palestro" le canzoni nel mio studio. Più ci suono sopra e più acquisisco consapevolezza delle strutture e delle dinamiche di ogni singolo pezzo. Questa parte del lavoro è molto importante per me perché mi permette di incominciare a memorizzare i brani e a trovare la mia interpretazione dei dettagli. Cerco di dedicargli più tempo possibile perché solo così riuscirò a interiorizzare i pezzi. Ovviamente tutto questo discorso ha senso se ho almeno una settimana o dieci giorni per prepararmi. Se invece ho solo due giorni il discorso cambia.
Nel caso di poco tempo a disposizione, cerco di scrivere nella chart molti dettagli che mi permetteranno di sapere sempre dove sono senza dover leggere troppo. Un ottimo aiuto me lo darà il testo. Scrivo sulla Chart le parole chiave che caratterizzano l'inizio delle sezioni della canzone. In questo modo farò più affidamento sulla mia preparazione tecnica e sull'esperienza che non sulla lettura. Uso questa strategia per privilegiare l'ascolto e l'interazione visiva con i musicisti e l'artista piuttosto che stare tutto il tempo con gli occhi sulla parte. Infatti è meglio portare a casa i brani tralasciando fills e patterns complicati, che sbagliare la struttura delle canzoni. Difficilmente ti verrà contestata la mancanza di certi dettagli se suonerai, semplificando, correttamente la struttura e le dinamiche (Steve Gadd docet).
Sono anche consapevole che è impossibile riprodurre perfettamente l'esecuzione del collega che sostituisco, quindi preferisco dare una mia interpretazione dei pezzi trovando gli spazi per me dove ci sono, senza forzare la mano. Ricordati che il tuo obiettivo, in queste situazioni, non è fare il tuo show, ma fornire quel tipo di prestazione che farà in modo di mantenere la tua posizione in caso ci sia bisogno di una seconda sostituzione. Certo, la differenza col tuo collega ci sarà e se ne accorgeranno tutti quelli che condividono il palco con te quella sera, ma l'importante è che sia una differenza in positivo e non in negativo. te lo ripeto ancora una volta: non devi far rimpiangere il titolare!
Faccio mio un vecchio detto che recita: la prima impressione è quella che conta.
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Spero di vederti presto dietro i tuoi tamburi.
A presto.
Ruggero
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